riflesso

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venerdì 31 marzo 2017

Amore

Volevo salutarti perché non l'ho fatto mai. Ti ho parlato. Ti ho guardato. Ti ho sognato. Ma non ti ho salutato mai.
Ti ho pensato. Donna o uomo non avrebbe fatto la differenza. La differenza l'avrebbe fatta vederti essere una persona coraggiosa, dolce, presente a te stessa sempre, aperta al mondo e alle sue contraddizioni,  capace di riconoscere un pó di te in ogni cosa diversa da te, sfacciata nel rifiutare ogni forma di viltà e di prepotenza. Ti ho visto camminare con ardimento, passione e fierezza in mezzo alla vita, tra i suoi sassi e le sue asperità, ti ho visto cadere e ricominciare a camminare con un nuovo passo, ti ho visto rifiutare ogni forma di convenienza, di ideologia o di paura, che facilmente possono minare l'animo umano. Ti ho visto piccola diventare grande e poi ancora piccola, in uno spazio senza tempo, senza prima nè dopo, in un presente infinito senza inizio né fine. E lí ho riflesso i miei occhi dentro i tuoi e mi ci sono incatenata. Mi sono inebriata infilando il naso nella tua pelle e il tuo odore è diventato il mio. Ho toccato le tue mani ed i tuoi piedi, e ho ballato nei tuoi movimenti che imparavano un passo dietro l'altro. Ho cantato nel suono della tua voce inventando una musica nuova ad accompagnare ogni tua scoperta.
Ho dipinto il tuo cammino di speranza, di risate a squarciagola, di fame di vita, meravigliosa, fedele, sorprendente, illogica, folle, difficile ma così bella che neppure il sogno più ardito può arrivare alle sue altezze. Ti ho desiderato. Ti ho amato. E ti ho amato. Ancora. Ancora. E ancora. E ti amo. E con questo amore ti saluto. Ti lascio andare libera e immensa e bellissima dovunque tu voglia andare.

giovedì 30 marzo 2017

Stanca

Il senso di stanchezza ha a che fare con la mancanza di chiarezza, che implica la difficoltà di individuare la causa di un evento o di un comportamento. E nella spinta emotiva di trovare una strada comunicativa, un pertugio attraverso cui arrivare al cuore del problema, la mancanza di chiarezza lascia sospesi, come sui fili di una ragnatela, instabili, collosi e imprigionati. E non c'è soluzione. Non c'è strada dove non c'è terreno

mercoledì 29 marzo 2017

Indefinito

E poi i diversi. Diverso mi piace. La diversità è il sorprendente meccanismo di un animo libero che rifugge l'appiattimento e l'adesione a modelli prestabiliti, predefiniti, prevaricanti. È apertura mentale, accettazione di altri diversi, ricerca continua. Ed è consapevolezza e coscienza di sé, della propria unicitá. Io sono naturalmente diversa. Mi muovo in base al mio cuore, al mio pensiero, al mio sentire. E mi muovo cercando di non sopraffare, di non imporre. Il potere della massa nella sua accezione più negativa, così come quello delle istituzioni, sta in una logica precisa. Rendere il pensiero su cui si basa indiscutibile, non contrastabile, non opponibile, vero a prescindere. E il fatto che sia "riconoscibile" nella massa o nell'istituzione del momento, rende il fenomeno semplicemente più esteso. Quando vedo questa aberrante logica applicata da quello che si vuole distinguere dalla massa, definendosi diverso perché ha bisogno di sentirsi riconosciuto, perché deve fare rumore,   perché la sua voce deve sentirsi sopra quella di ogni altro, e che allo scopo utilizza modalità violente di sopraffazione, per quello che mi riguarda non è diverso. Solo meno numeroso.

martedì 28 marzo 2017

Pensiero del momento

Mi era venuta una gran voglia di dire la mia, e allora ho cominciato a dipanare il pensiero scegliendo le parole. E mentre prendeva corpo all'improvviso mi è caduta la penna. L'idea di fondo a cui rispondere era il rispetto. E mi sono fermata. Di fronte allo sbandieramento di questa parola.  L'inno al rispetto è diventato un modo per imporre il pensiero diverso. Il diverso ha bisogno di battere i piedi e allora penso che uno che batte i piedi vuole fare rumore, attirare l'attenzione, gridare che è diverso. E nel farlo non si accorge di quanto manca di rispetto a chi sta in silenzio. E mi è venuta voglia di continuare a stare zitta

mercoledì 1 marzo 2017

Eternamente

Io leggo. Leggo al di là delle parole, leggo dentro i pensieri espressi in linguaggi generalmente ostici, leggo negli eventi distratti solo apparentemente casuali, leggo negli occhi stanchi e nei discorsi annoiati e noiosi, leggo negli strati di carta pressata intorno a lettere che disegnano danze infinite, leggo e trovo un'araba fenice che non smetterà mai di risorgere.