riflesso

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giovedì 27 aprile 2017

Eden

Sposto lo sguardo e sono nel mio luogo senza tempo, nel giardino di ciliegi, ulivi e pini secolari. La schiena morbida poggiata sul tronco del pino più vecchio, il signore del tempo indomito e indomabile, le gambe nude incrociate sull'erba fresca del mattino appena nato, la pelle sottile scaldata dal sole sorgente d'oro che dipinge il cielo di rosa e azzurro. Sono donna e uomo nello stesso istante, amica e amante nello stesso lampo, cuore e testa nello stesso respiro. Il presente vive se stesso ma porta con se la strada percorsa, i sogni infranti, quelli toccati e quelli ancora da sognare, porta i respiri e i sospiri, i sorrisi larghi e quelli spenti, le lacrime commosse e quelle amare, le conquiste e i fallimenti, le legnate dietro le ginocchia e sopra gli occhi, porta l'amore lasciato morire e quello appena nato, porta i tradimenti e le bugie subite giurando sulla viltà la loro verità. Nonostante i solchi inumani di volontà brutali e ingloriose, sopravvive la speranza, la tendenza sfrontata alla fiducia, la capacità testarda di amare, la volontà e il desiderio folle di lasciare gli occhi aperti, danzanti. E ballo a piedi nudi, nel fruscio dei verdi ventagli ondosi di Zefiro, nel profumo intenso e luminoso della primavera fiorita. E ballo insieme all'amore di due occhi limpidi e brillanti incastonati su un volto bellissimo, l'amore di un nome che porta in se un dono, l'amore di un abbraccio caldo e tranquillo, l'amore di una voce pacata e sicura, l'amore di mani alacri e curiose e di dita tenere e delicate, l'amore di un cuore libero, vero, puro, scolpito dal dolore eppure immensamente grande, pieno e fertile, l'amore di un' intelligenza fine, brillante e instancabile. E in quest'amore risorgono sogni dimenticati, si svegliano desideri sopiti, si vedono progetti di vita insieme, due mani, due cuori, due sorrisi, due sguardi, due mondi. Due vite, due storie, due diversità si incrociano, si raccontano, si mischiano, si muovono ognuna col proprio passo che morbidamente si accosta all'altro e ogni cosa trova spazio, significato, tempo. E si camminano accanto tenendosi le mani, occhi dentro gli occhi, anche quando sulla strada si trovano buche e ostacoli, anche quando un movimento della mente, pur se inespresso, cambia il battito del cuore e il ritmo del respiro, non smettono di guardarsi, di ascoltarsi. Lo sanno. Che vengono da lontano, che quando qualcosa apre passaggi dentro il tempo che è stato, devono fermarsi e guardarsi di più, perché lì, nel tempo passato ci sono le ferite, le batoste, le paure. E lì sanno che nelle loro mani è il loro oggi e il loro domani, che nessun altro a parte loro può trovare il nuovo a cui sorridere, ancora e ancora.