riflesso

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mercoledì 7 settembre 2011

La solitudine dei numeri primi

Mattia lo sapeva cosa c'era da fare.
Doveva andare di là e sedersi di nuovo su quel divano, doveva prenderlela mano e dirle "non dovevo partire". Doveva baciarla un'altra volta e poi ancora, finchè si sarebbero abituati a quel gesto al punto di non poterne fare a meno.
Succedeva nei film e succedeva nella realtà, tutti i giorni.
La gente si prendeva quello che voleva, si aggrappava alle coincidenze, quelle poche, e ci tirava su un'esistenza. Ormai l'aveva imparato.
Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante.
Stavolta li riconosceva: quei secondi erano lì e lui non si sarebbe più sbagliato.

Paolo Giordano